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LUCY Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 6 ottobre 2014
 
di Luc Besson, con Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Choi Min-sik (Francia, 2014)
 
Regista formalmente iperdotato quanto immancabilmente sopra le righe, capace del buono (LEON, e i successi popolari di LE GRAND BLEU e NIKITA) come del peggio (quasi tutto il resto), produttore e imprenditore ambizioso di successo, ex enfant prodige del cinema francese, Luc Besson viene presentato così da ormai tanti anni. Oltre che, ai tempi del suo GIOVANNA D'ARCO: "sul piano spirituale e metafisico, elevazione a zero" .

Divertente e balordo (" il film più stupido mai fatto sulla capacità intellettuale", ha scritto la critica americana: il che non ha impedito al film di issarsi in testa ai blockbuster estivi...) LUCY non può pretendere d'invertire una rotta intrapresa nel 1983, già allora con un film di fantascienza, LE DERNIER COMBAT. Non tanto per la vicenda narrata, che penso nemmeno l'autore pretenda definire di para scientifica. L'universitaria di Taipei, costretta da ignobili trafficanti di droga a imbottirsi di una sostanza ultimo grido, in grado di produrre una mutazione destinata ad aumentare in modo esponenziale le facoltà cerebrali (considerato che i comuni mortali non ne utilizzerebbero delle stesse che il dieci percento del potenziale). Il tutto, beninteso, non certo a fini meramente fisici: ma per acquisire poteri psichici sempre utili in caso di bisogno, quali bloccare il decorso del tempo o uccidere con il solo pensiero. E quindi sfociare nel thriller spettacolare dalle risapute zuffe vagamente futuristiche e inseguimenti d'auto, francamente ormai sempre più insopportabili.

Ma Lucy è pure, lo sappiamo, il nome dell'australopiteca ritenuta sbrigativamente come la prima donna della nostra specie. Ed ecco allora l'altra pretesa bessoniana, la filosofica, riassunta nel viaggio a ritroso nel primordiale: ergo, nei dialoghi compiaciuti, le allusioni naif ai riferimenti d'obbligo, siano essi 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO piuttosto che THE TREE OF LIFE. Al tempo stesso, Lucy è Scarlett Johansson: ma non quella dalla sopraffina, inavvicinabile sensualità che l'ha condotta da LOST IN TRANSLATION di Sofia Coppola a HER di Spike Jones. Poiché, in un film di Besson, pure lei deve assumere quella duplicità magari utilmente spettacolare quanto riduttiva: la femmina dal profilo mozzafiato ma dal muscolo bodybuildato che finisce per annullarne la potenziale sensualità. Proprio come era avvenuto con la Adjani di SUBWAY, la Parillaud di NIKITA, la Portman di LEON, la Jovovich di IL QUINTO ELEMENTO e GIOVANNA D'ARCO.

Poi, è anche vero che il film possiede un suo savoir faire, tanto che gli riuscito di collocarsi stabilmente ai vertici dei botteghini. Che, a somiglianza della propria eroina, è il più ambizioso di tanti altri progetti di Luc Besson, il suo migliore da molti anni. Che, a condizione di essere vissuto nell'inflazionato contesto al quale appartiene, LUCY la sua figura la faccia efficacemente.


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